Il re e la spada.

Di Tarek Heggy


 

Mi ha sconvolto sia dal punto di vista emotivo sia da quello intellettuale vedere il re dell'Arabia saudita presentarsi al Papa con una spada in occasione della sua visita in Vaticano. Proprio nel momento in cui è terribilmente necessario allontanare il nome dell'islam e l'immagine dei musulmani dalle connotazioni violente e dal simbolismo della spada. L'infelice scelta del regalo del monarca saudita mi ha sollecitato a mettermi a tavolino e scrivere il discorso che a mio parere avrebbe dovuto rivolgere al Papa se solo i suoi consiglieri fossero stati familiari con la mentalità e la cultura occidentali.

"Sua Santità, Vostre Eminenze, in nome dell'Arabia saudita che sono onorato di rappresentare e in nome dell'islam cui sono onorato di appartenere vi rivolgo saluti di pace. Di fatto, la parola "islam" in arabo è l'anagramma della parola "pace". Parlo in nome mio e delle persone che rappresento quando propongo di avviare una nuova epoca basata sul rispetto reciproco, un'epoca in cui nessuna parte offende i sentimenti dell'altra ed entrambe si astengono dall'aggressione, sia morale che fisica, sia diretta che indiretta. Chiedo a Lei e alla parte che rappresento di agire affinché i seguaci di ogni religione, sebbene abbiano il diritto di invitare gli altri alla loro fede, non facciano ricorso alla violenza, alla costrizione o alla spada ma solo alla persuasione e al ragionamento per convincerli dei meriti della fede cui appartengono. Colgo l'occasione per dichiarare che a partire da oggi "jihad" significa solo auto-difesa e resistenza all'aggressione ma mai l'avvio di un conflitto o il tentativo di convertire gli altri alla nostra religione tramite la violenza o la spada. Non c'è nulla di più patetico di una religione che non pu? conquistare i cuori e le mente delle persone se non con l'uso della spada. Invito altres? tutti di preoccuparsi maggiormente della qualità dei seguaci di ogni religione piuttosto che della loro quantità. A riguardo, molto dobbiamo fare per migliorare la qualità degli adepti della nostra grande religione.
Chiedo a Lei e alla parte che rappresento di astenersi dal ridicolizzare e insultare l'altro, dal sminuirne il credo oppure i testi sacri. Chiedo a Lei e alla parte che rappresento di avviare una nuova epoca in cui tutti abbiano libertà di credo, libertà di culto e libertà di costruire luoghi di culto in ogni luogo e in qualsiasi momento. Poiché il Profeta dell'islam ha accolto i cristiani di Najran quando andarono a pregare nella sua moschea, oggi nota come la moschea del Profeta nella città santa di Medina, dichiaro innanzi a Lei che inizieremo un nuovo capitolo dei rapporti con i non musulmani in quanto nostri fratelli nell'umanità. Inviter? tutti i musulmani al mondo a considerare termini quali dar al-harb (territorio della guerra), dar al-salam (territorio della pace) e ahl al-dhimma (monoteisti non musulmani) come prodotti di specifiche condizioni storiche ormai passate che non sono più applicabili oggi e a aspirare a un mondo che non sia diviso in territori di guerra e di pace. Le nostre moschee accoglieranno tutti coloro che varcheranno la loro soglia e la nostra religione è una religione forte che non costringe nessuno a rimanere prigioniero dei suoi precetti.

Sua Santità, ho scelto due regali da porgerLe oggi. Il primo è una palma d'oro che simboleggia la nostra storia e il nostro ambiente, l'altro è un antico manoscritto della Bibbia che risale a molti secoli fa. Ho rifiutato la proposta di regalarLe una spada innanzitutto perché la spada non è uno dei vostri simboli storici, in secondo luogo perché non vogliamo oscurare il futuro dei nostri rapporti con il significato che reca. Il mio paese farà di tutto per assicurare che in futuro gli stranieri nel nostro paese si sentano bene accetti, che godano una calorosa ospitalità e di tolleranza in ogni senso della parola, compresi il diritto pregare e adorare Dio in chiese o templi a seconda della loro religione. La vista di campanili o cupole di templi all'orizzonte non turberà i nostri sentimenti, cos? come la vista di minareti in Euroepa, America, Canada e Australia non turba i sentimenti dei non musulmani in quei paesi. Mi impegno innanzi a Lei a fare in modo che la nostra legge non venga in futuro applicata ai seguaci di altre religioni. Iniziamo una nuova epoca in cui si accetti l'altro, un'epoca di tolleranza e "relativismo" per quanto concerne il credo religioso, ovvero in modo che nessuno sulla terra si comporti come se la sua religione sia l'assoluta verità mentre le altre sono totalmente false. Che Dio si occupi di questioni che non ci riguardano e non ci spettano. Chiedo a Lei e coloro che io rappresento ad avviare una nuova epoca di tolleranza, accettazione dell'altro e rispetto reciproco in cui tutti la smettano di sminuire la religione altrui.
Vorrei approfittare di questo incontro per proporre l'istituzione di un comitato costituito dai migliori rappresentanti di ogni fede, non solo le tre grandi religioni monoteistiche, ma anche le altre fedi, per rivedere tutti i programmi scolastici nel mondo intero per raggiungere i seguenti obiettivi:
-Eliminare dai programmi qualsiasi materiale offensivo o pregiudizievole nei confronti delle alter religioni;
-Eliminare dai programmi qualsiasi material che semini odio religioso e sentimenti di superiorità sulle alter religioni;
-Eliminare dai programmi qualsiasi riferimento che scoraggi la tolleranza e l'accettazione dell'altro per sostituirli con riferimenti che promuovano l'ammirazione verso la diversità e la varietà quali migliori esempi di vita e fonti principali di ricchezza e bellezza.
Sua Santità, le offro la palma d'oro e il manoscritto del Nuovo Testamento che risale alla diffusion della cristianità nella regione di Najran, attualmente un governatorato del Rengo dell'Arabia saudita".
Questo è il discorso che il re non ha rivolto e che credo avrebbe potuto favorire una nuova epoca di armonia e comprensione tra le diverse fedi.